Un approfondimento dedicato alla terapia del dolore, un diritto dei pazienti sancito dalla legge 38 del 2010. Cos’è’ Come funziona? A quali pazienti si somministra? Ha degli effetti collaterali? Conoscere gli aspetti base della terapia del doloro associata alle cure palliative è importante, perché rappresenta uno strumento capace di migliorare la qualità della vita, soprattutto nei pazienti con prognosi infausta.

Cos’è la terapia del dolore?

In senso ampio, ricadono sotto la definizione di terapia del dolore tutti quei trattamenti medici che sono finalizzati a controllare ed alleviare il dolore sofferto dal paziente, sia acuto che cronico. Vi rientrano terapie farmacologiche, chirurgiche, strumentali, psicologiche e riabilitative. In un’accezione più specifica, però, la terapia del dolore è spesso accostata alle cure palliative perché fa riferimento al trattamento del dolore cronico in tutti quei pazienti affetti da malattie con prognosi infausta. Ed è proprio a questa concezione di terapia del dolore che fa riferimento la legge 38 del 2010, che ha fissato principi cardine e norme di dettaglio per garantire questo tipo di trattamento a tutti i pazienti che rientrano nella suddetta categoria e ai loro familiari. Questa normativa, al momento della sua introduzione, ha avuto l’indiscusso merito di qualificare il controllo del dolore come un vero e proprio diritto del malato, riconducibile alla sfera della tutela della dignità umana, oltre che della salute.

Quando si somministra la terapia antalgica?

Alla luce delle definizioni appena viste, appare chiaro che il discrimine per decidere quando somministrare la terapia del dolore è rappresentato dalla presenza di sofferenze che diminuiscono sensibilmente la qualità della vita del paziente. Le situazioni concrete in cui questa circostanza si verifica sono molteplici, come artrite e artrosi, mal di schiena cronico, cefalea cronica, fibromialgia, neuropatia, decorso post-chirurgico, tumore (dolore neoplastico). Nel caso di terapia del dolore associata a cure palliative, i pazienti che più frequentemente ne hanno bisogno sono proprio i malati oncologici.

Chi ha diritto alla terapia del dolore?

Secondo la già citata legge 38/2010, tutti coloro che si trovano in condizione di dolore cronico o acuto hanno diritto alla somministrazione di terapie del dolore. In particolare, secondo la normativa, è un malato da trattare con interventi di controllo del dolore:

  • colui che è affetto da una patologia ad andamento cronico ed evolutivo per la quale le terapie non esistono o risultano non efficaci al fine stabilizzarlo o prolungargli significativamente la vita;
  • colui che è affetto da una patologia dolorosa cronica da moderata a severa.

Come si effettua una terapia del dolore

All’interno della categoria della terapia del dolore rientrano una pluralità di tipologie di trattamento: farmacologici (paracetamolo, salicilati, antinfiammatori non steroidei, oppiodi blandi, morfina), chirurgici, strumentali (crioterapia, termoterapia, TENS), psicologici (terapia comportamentale e terapia dell’accettazione e dell’impegno) e riabilitativi. La scelta su quale effettuare è rimessa al medico specialista, che decide sulla base di una valutazione che tiene in considerazione soprattutto le condizioni di vita del paziente. È possibile anche immaginare una combinazione di diverse soluzioni, per trovare quella che meglio risponde alle esigenze del paziente. Inoltre, è bene sottolineare come i trattamenti antalgici, a seconda dei casi, possano essere somministrati sia in apposite strutture, come ospedali e hospice, sia a domicilio.

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Quanto dura il trattamento terapeutico?

Come per le modalità di trattamento, anche la decisione sulla durata nel tempo della terapia del dolore è rimessa al medico specialista, che valuta caso per caso, anche sulla base dell’evoluzione della patologia e degli effetti riscontrati.

Effetti collaterali della terapia del dolore

Gli effetti collaterali collegati alla terapia del dolore dipendono dal tipo di trattamento che si esegue. Gli effetti indesiderati più rilevanti sono quelli legati alle terapie farmacologiche, soprattutto quando si tratta di dosaggi importanti o di sostanze forti. I farmaci utilizzati per alleviare il dolore, infatti, possono provocare sonnolenza, confusione mentale, nausea e vomito.

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