Otto regole essenziali per non correre rischi durante la movimentazione di una persona allettata o non pienamente deambulante. Dei consigli fondamentali per chi svolge il ruolo di caregiver e vuole evitare infortuni a sé stesso e alla persona assistita.
Assistere una persona che, a causa di una malattia invalidante, è costretta a letto o è estremamente limitata nei movimenti (ad esempio, si sposta solo tramite sedia a rotelle) può rappresentare un elemento di criticità per chi svolge il ruolo del caregiver. La movimentazione dei pazienti allettati o impossibilitati ad utilizzare braccia e/o gambe, infatti, può comportare dei rischi di infortuni anche piuttosto seri, sia a carico del malato che del caregiver (in particolare alla schiena). Per riuscirci senza farsi e senza fare male ci vuole forza fisica, senza dubbio, ma soprattutto bisogna utilizzare delle tecniche corrette che minimizzano i pericoli. Ed è utile anche dotarsi di appositi strumenti di sostegno, quando disponibili (come traverse o trapezi). Tali tecniche e accorgimenti variano a seconda della gravità delle condizioni in cui versa la persona assistita e soprattutto in base alla sua capacità di collaborare anche minimamente al proprio spostamento. Si differenzia, infatti, tra paziente collaborante o non collaborante, e nel secondo caso la movimentazione è molto più faticosa e rischiosa.
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Ci sono, però, delle regole d’oro che valgono sempre e comunque e che è bene tenere a mente.
Utilizzare un abbigliamento adeguato. Quando ci si accinge a spostare un malato allettato è bene indossare abiti che non siano di intralcio e soprattutto utilizzare delle calzature comode, con fondo antiscivolo e con struttura che abbracci il piede.
Garantire la stabilità della persona assistita. Se il malato si trova su un letto o su una sedia con le ruote, è fondamentale assicurarsi di aver inserito gli appositi blocchi.
Farsi spazio. Come per l’abbigliamento, bisogna evitare di avere vicino oggetti che posso essere d’intralcio durante le operazioni di movimentazione.
Garantire la propria stabilità e il proprio equilibrio. Durante le fasi di sollevamento e spostamento le gambe vanno leggermente divaricate, con piedi paralleli o uno davanti all’altro.
Non sottoporre la schiena a uno sforzo eccessivo. Il rischio maggiore per il caregiver, nelle movimentazioni, è quello di infortunarsi alla schiena (strappi, contusioni, ernie, eccetera); per questo motivo, è fondamentale eseguire gli sforzi piegando le ginocchia, tenendo la zona lombare in estensione (lordosi fisiologica), affidandosi alla spinta di braccia e gambe.
Evitare rotazioni e inclinazioni. I movimenti di rotazione e di inclinazione laterale, infatti, spongono maggiormente al rischio infortuni e vanno evitati.
Prestare attenzione alla presa. Bisogna evitare in modo assoluto di afferrare il paziente in punti cedevoli, come ascelle e incavo del ginocchio. Vanno preferite, invece, le prese che cingono le spalle e i fianchi.
Tenere il peso vicino a sé e sfruttare anche quello del proprio corpo. In questo modo, si mantiene stabile il baricentro e si evitano pericolose perdite di equilibrio.
Fare attenzione all’eventuale presenza di presidi, come cateteri vescicali, drenaggi, colostomie o urostomie, vie di somministrazione di farmaci.